Domenica 6 ottobre 26 ragazzi e ragazze della nostra comunità hanno ricevuto la Cresima. Cosa c'è da aggiungere? Niente. Perché ogni Cresima dovrebbe essere una nuova Pentecoste per la Chiesa: come accadde quel giorno a Gerusalemme, così il soffio si propaga ancora oggi. Allora gli apostoli uscirono dal Cenacolo, dove erano nascosti, Pietro predicò e molti cambiarono vita (Atti degli apostoli 2).

Oggi che cosa accade? I ragazzi che ricevono lo Spirito Santo si allontanano dalla Chiesa oppure, nei casi migliori, restano per prestare qualche servizio. È pessimismo o depressione? Molto di più: si tratta di realtà. Sono reali sia la discesa dello Spirito sia l'abbandono della parrocchia. Come può verificarsi questo? Sembra un controsenso. Forse abbiamo reso questi ragazzi insensibili allo Spirito, grazie ad un abitudine che si limita alla visibilità più che alla realtà, alla remunerazione più che alla concretezza. Quindi, che cosa ci chiede lo Spirito oggi? Andiamo a riprendere le parole di Gesù nel Vangelo: “Se aveste fede come un granello di senapa”. Non abbiamo bisogno di fare, ma di credere. Come possiamo credere? Con i tre doni “supplementari” suggeriti da don Luca nella Santa Messa della Cresima: la libertà di reagire, la fiducia nella fede e il gusto del servizio.

Il primo dono ci offre la possibilità di essere il cambiamento; il secondo invece invita ad abbandonarci a Dio: se Lui dice che è possibile sradicare un albero soltanto desiderandolo, allora sarà veramente realizzabile. Da ultimo, abbiamo bisogno di appassionarci in ciò che facciamo, in particolare quando testimoniamo Gesù. Non siamo creati per tenere per noi il dono grande che è la fede: Doni-Amo Per Lo Spirito!