Il popolo d'Israele nella sua storia ha dovuto lottare contro la tentazione di una elezione esclusiva rispetto a tutti gli altri popoli. A questa lotta è stato dedicato un piccolo libro della Bibbia: quello del profeta Giona.
Poco alla volta Israele comprende che la volontà di Dio è quella di rivolgersi a tutti i popoli e Gerusalemme diventa il centro di unità e pace per tutti i popoli. Il fatto di non aver capito la lezione ci è ben chiaro dalle continue ostilità tra i diversi popoli presenti a Gerusalemme.
Richiamiamo alla memoria la leggenda del Grande Inquisitore di Dostoevskij. Se venisse Cristo sulla terra sarebbe nuovamente oggetto di persecuzione e di condanna e questa condanna deriverebbe proprio dalla sua chiesa. Il suo inatteso ritorno costituisce un pericolo perché turba l'ordine stabilito perciò deve morire sul rogo come il peggiore degli eretici. Un grande inquisitore è stato Erode, ma non dobbiamo illuderci che non ci siano più ai nostri giorni dei nuovi inquisitori; coloro che pensano che l'ordine stabilito nella nostra società possa essere turbato. È il terribile gioco di rinunciare alla propria libertà di scelta e di coscienza per affidarci ad una autorità esterna a noi che decida al posto nostro e scarichi ogni nostra responsabilità. Possiamo comportarci come la massa anonima di Gerusalemme che si lascia turbare insieme alla sua autorità: Erode. Possiamo ritenerci cristiani di nome, ma di fatto possiamo comportarci, senza saperlo, come Erode che attraverso la menzogna dell'adorazione in realtà vuole uccidere il bambino.
Quante volte abbiamo anche noi tendenze e pensieri omicidi nei confronti di fratelli e sorelle diversi da noi, che non appartengono alla nostra cultura?
Proviamo a pensare non con la testa di Erode o del Grande Inquisitore, ma con la nostra testa. Come i magi non s'inginocchiarono di fronte ad Erode, ma solo davanti al Re del mondo, così anche noi c'inginocchiamo di fronte a Gesù che è venuto come ospite, straniero e pellegrino.
Come possiamo rifiutare Gesù oggi? Rifiutando il nostro fratello. «Per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità». Tutto questo che era novità e rivelazione di Dio sta ritornando sotto la coltre delle tenebre. Dobbiamo stare attenti perché tra i credenti e gli atei si può insinuare un'altra tipologia: quella degli atei praticanti o dei credenti atei.
Ogni hanno, come i magi e come Abramo, siamo chiamati a metterci continuamente in ricerca del vero Dio per adorare lui solo e non i falsi idoli rassicuranti. E allora sperimenteremo anche noi quella grandissima gioia che riconosce in Gesù la verità sull'uomo e su Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.