L’immagine dell’Alleanza stipulata tra Dio e Noè ci dà forza, serenità e pace all’inizio del nostro cammino quaresimale. Dio ha stabilito con l’umanità un’alleanza eterna iniziata con Noè e suggellata con il sangue di Gesù. Il caos non regnerà più sulla terra anche se l’uomo continuerà a dissociarsi da Dio e dal suo amore; quelle nubi minacciose non saranno più per la distruzione e, se anche continueranno a tornare, Dio porrà il suo arcobaleno come segno della sua fedeltà e del suo amore per gli uomini.

Il nostro cammino inizia così: nella certezza, nella sicurezza che Dio nella lotta tra il bene e il male ci è vicino, c’incoraggia ad intraprendere un reale e vero cammino di conversione. L’acqua del diluvio, immagine del nostro battesimo, ora è fonte di salvezza per noi, segno della pazienza di Dio. Gesù è morto per gli ingiusti e ha portato la sua salvezza anche per le anime che un tempo avevano rifiutato di credere in Dio. Se dense nubi ci sovrastano ancora, Dio Padre è sempre lì pronto ad offrirci il suo aiuto attraverso il nuovo arcobaleno sorto per la nostra salvezza: Gesù Cristo.

Dicevo, il mercoledì delle Ceneri, come sia pericoloso iniziare questo viaggio nella finzione, nell’ipocrisia, facendo finta di intraprendere un cammino anche se non m’interessa, senza capire dove sto andando e quale ne sia la meta.

Gesù c’insegna che la vita è una continua tentazione a compiere il male, una perenne scelta tra il bene e il male, tra l’idolatria e la fede. Origene scriveva che «la tentazione rende l’uomo o idolatra o martire». Il vero deserto in cui siamo chiamati ad entrare è ancora una volta il nostro cuore, è lì che si combatte la buona battaglia, è lì che dobbiamo continuamente ripartire per arrivare alla maturità cristiana.

Oggi viviamo in un contesto dove il bene e il male sono indistinti e i confini tra di loro sono fragili, l’agire diventa indifferente e il mio impegno diventa inesistente. Oggi esiste il mito del benessere ad ogni costo e quindi bisogna tacitare anche quei «rimproveri» che la nostra coscienza ci rivolge perché destabilizzano il nostro equilibrio psico-fisico e bisogna anestetizzare la nostra coscienza perché non sia fonte di sofferenza, di fatica. La tentazione oggi più grave è la soppressione della tentazione stessa.

La Quaresima è il luogo dove siamo invitati ad accorgerci di queste tentazioni (Gesù era costantemente tentato da Satana per quaranta giorni), di queste dominanti che schiavizzano l’uomo: nella meditazione, durante il ritiro rivolto a tutta la comunità, mi soffermerò sul rapporto deformato che noi abbiamo con il nostro corpo e la sessualità (lussuria) e il rapporto con le cose e il denaro (avarizia). Chi riconosce la tentazione si situa in questa lotta e veniamo messi in mezzo «agli angeli e alle bestie selvatiche». Nonostante ci siano le bestie selvatiche, sconfitte nel deserto, Gesù vincitore crea una nuova pace e ricongiunge la terra al Cielo, si riapre quel passaggio tra l’umanità e l’Eternità.

 

Sia lodato Gesù Cristo.