«Ecco il momento favorevole, ecco il giorno della salvezza».
Con questo tempo inizia un momento favorevole per ciascuno di noi e ogni giorno diventa fondamentale e decisivo per accogliere la salvezza di Dio che è a portata di mano. Un tempo da vivere non in modo distratto ma con decisione e consapevolezza; un tempo in cui siamo chiamati a destrutturare la nostra vita, a «smontarla» pezzo dopo pezzo per analizzarla più da vicino, senza aver paura di cambiare o sostituire qualche componente usurato dal tempo.
Il profeta invita prima di tutto ad abbandonare ogni finzione di una penitenza solo recitata, che non arriva al cuore della persona; Gesù ci dice che è arrivato il tempo della vera conversione. Il rinnovamento consisterà allora nel passaggio dalla finzione, dalla falsità alla verità, dalla ricerca del consenso altrui alla convinzione personale. La Pasqua ha proprio questo significato etimologico di «passaggio» da una realtà ad un’altra. L’ipocrisia che ci viene raccontata è la vanità nel bene, che è la più pericolosa perché si nasconde dietro sembianze di bene ma in realtà non è altro che una ricerca di se stessi, appunto un bene vuoto. La parola di Gesù, insieme a quella del profeta Giole («Laceratevi il cuore e non le vesti»), si rivolge a un popolo tentato di fingere i gesti della conversione, per ottenere altri vantaggi che con Dio non c’entrano nulla. Nel nostro contesto anche noi possiamo essere tentati di intraprendere un cammino quaresimale facendo finta; anche noi possiamo concretamente venire a ricevere le ceneri facendo finta: in che modo? Pensando che sia semplicemente un gesto dovuto, una benedizione in più che non fa mai male. Questo segno esteriore deve diventare, invece, impegno per una vita più coerente, lotta contro le tentazioni, fatica nella fedeltà alla realtà di tutti i giorni. Ci accorgiamo di essere sempre più schiavi dell’immagine di noi stessi. Il banco di prova che il Signore ci suggerisce per intraprendere un reale cammino di conversione è quello del «segreto». Chi davvero agisce per la causa di Dio non ha problemi ad agire nel segreto, secondo il criterio della verità. L’apparenza ha bisogno di grandi folle, di masse, di grandi eventi. Chi sa agire nell’incontro intimo con il Padre, nel segreto della sua stanza, sarà anche capace di trovare la via dell’incontro fraterno: non è il numero dei fratelli e sorelle che s’incontrano a soddisfare la nostra vita, ma ogni fratello e ogni sorella è importante quando li si incontra nella giustizia e nella verità.
Teniamo come punti di riferimento le vie che ci suggerisce la Chiesa: preghiera, digiuno, elemosina, che non significano aumentare di quantità le nostre preghiere, fare qualche rinuncia in più dei cibi, dare dei soldi in più per i poveri perché queste non cambiano la nostra vita. Invece pregare significa cambiare stile di preghiera non più fatta di parole ma di ascolto attento della Parola di Dio; digiunare significa allontanarsi da ogni forma di peccato anche i peccati veniali, digiuno dalle mie passioni e dai miei vizi; elemosinare significa sporcarsi le mani con gli altri, andare incontro ai problemi e alle necessità delle persone.
Sia lodato Gesù Cristo.