«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile. Non avrai altri dèi di fronte a me».
Dio aveva condotto il popolo d'Israele senza chiedere nulla; lo aveva protetto, guidato. I comandamenti che Dio dà al popolo non sono un peso, ma la condizione per rimanere nella libertà, per non ritornare ad essere schiavi. Anche se fisicamente avevano lasciato la terra d’Egitto potevano ritornare con il cuore, asservendosi agli idoli falsi. Obbedire ai comandi di Dio significava essere riconoscenti a Dio che li aveva liberati.
Prima di dare dei comandamenti, Dio salva.
Sappiamo come il popolo non riuscì a rimanere in questa libertà e gli Israeliti peccarono contro Dio diverse volte. Tutta la storia d’Israele fu una storia di continui tradimenti.
L’uomo non è in grado con le sue sole forze di rimanere fedele a Dio. Ecco allora la riflessione che fa Paolo. Dio non interviene più con «mano potente e braccio teso» per condurre il suo popolo, ma con la debolezza della croce: «scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani». Sia i giudei che i greci rifiutavano che Dio potesse manifestarsi con il segno della croce. È la pretesa dell’uomo che Dio si adegui alle nostre vedute. La ricerca di Dio dei greci e degli ebrei si basa sulle proprie forze.
Perché Dio Padre si è rivelato attraverso la debolezza della croce del Figlio?
Perché nessuno si possa vantare di fronte a Dio per i propri meriti; perché di fronte al Crocifisso diventiamo tutti uguali: peccatori e bisognosi della grazia e del perdono di Dio. Accettando la sua debolezza riconosciamo la nostra debolezza. Se Dio si fosse manifestato in tutta la sua potenza come noi la intendiamo, nessuno sarebbe stato in grado di seguirlo e noi saremmo ancora nei nostri peccati.
Il Vangelo va in questa direzione: il tempio di Dio era diventato il tempio dell’uomo, la manifestazione non della vicinanza di Dio ma della potenza dell’uomo. Riusciamo a capire allora la reazione di Gesù: «non fate della casa del Padre mio un mercato». «Lo zelo per la tua casa mi divorerà»: Gesù si è lasciato divorare sulla croce. L’unico segno che Gesù offre è quello del suo corpo morto sulla croce. Il nuovo tempio è il crocifisso. Accogliendo il perdono di Dio che si manifesta sulla croce siamo anche in grado di rispondere con lo stesso amore e di osservare i comandamenti.
Rinnoviamo il nostro modo di relazionarci a Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.