Omelie

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Solennità della Santissima Trinità (Anno B)

Quando sentiamo parlare di SS. Trinità la nostra prima reazione è quella di un’idea di Dio astratta, complicata e soprattutto lontana dalla nostra realtà di ogni giorno; un tentativo di spiegare Dio nella sua essenza a tentoni, accogliendo questa rivelazione come un dato di fatto. Invece, la Trinità non è un’idea che possiamo dedurre, ma un’esperienza che ha voluto comunicarci Dio stesso.

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Solennità di Pentecoste - Anno B

“Mentre stava compiendosi il giorno di Pentecoste”

At 2,1

Anche noi sperimentiamo la pienezza della Pasqua, il compiersi del tempo pasquale. Lo Spirito atteso e sperato viene ora donato alla Chiesa nascente. San Luca esprime questa realtà con delle immagini grandiose e stupende, un dono che avviene ancora oggi, che viene all’improvviso come un turbine di vento e che invade la nostra intimità.

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VI Domenica di Pasqua (Anno B)

La realtà dell’amore – ne siamo convinti tutti – è ciò che fa girare il mondo; è la forza senza la quale il mondo sarebbe destinato a finire in un istante. Tutto ha avuto inizio con un atto di amore gratuito, la nostra stessa vita, la nostra crescita, la nostra maturazione. Tutta la nostra esistenza è permeata di amore: amare e sentirci amati è la nostra più grande esigenza, il senso di ogni nostro sforzo e di ogni nostra fatica.

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V Domenica di Pasqua (Anno B)

«Io sono la vera vite»

L’immagine della vite era molto conosciuta nella tradizione di Israele. Il popolo era rappresentato come una vite che produce uva, ma il fallimento di questa vite si esprime in uva acerba. Mentre Dio si aspettava frutti buoni, essa ha prodotto uva acida, immangiabile e inutilizzabile per produrre vino buono. La storia di peccato e d’infedeltà del popolo, denunciata dai profeti, non ha corrisposto alle attese di Dio.

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IV Domenica di Pasqua (Anno B)

Chi di noi non rimarrebbe affascinato e attratto dall’immagine del pastore con le sue pecore, mentre le conduce ai pascoli? È un’immagine di estrema tenerezza che infonde pace e serenità. Le pecore si sentono attratte da quell’uomo che le conduce sapendo che, dove va lui, troveranno cibo e acqua, non saranno preda dei lupi perché sono unite e stanno insieme. I comandi del pastore e la sua voce sono rassicuranti, le pecore si fidano, ormai hanno imparato a distinguere la sua tra mille voci.

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III Domenica di Pasqua (Anno B)

Pietro non attenua, non nasconde la responsabilità del popolo di fronte all’omicidio più incredibile della storia dell’umanità: è stato ucciso l’autore della vita, Cristo Gesù. È stata la più grave colpa, una svista degli uomini derivante da una profonda ignoranza di quello che facevano: «Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno», afferma Gesù dalla croce. Di fronte ad una colpa così grave noi potremmo pensare che non ci sia nessuna alternativa, come quando noi commettiamo una colpa che ci sembra imperdonabile. Questa colpa dell’umanità Dio non l’ha resa insuperabile, ma l’ha assunta come un nuovo punto di partenza per donare la sua misericordia e il suo perdono.

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II Domenica di Pasqua (Anno B)

Domenica in Albis o Della Divina Misericordia

«La sera di quel giorno, il primo della settimana…».

L’annotazione temporale non indica solo la precisione dell’evangelista nell’incontro tra Gesù e i suoi discepoli; ci fa entrare in questa scena non come semplici spettatori, ma in un tempo e uno spazio liturgico. Più che un semplice incontro è la celebrazione di un evento.

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Domenica di Pasqua - Solennità della Risurrezione del Signore

«Carissimi, voi sapete ciò è accaduto».

Noi ormai da lunga data conosciamo i fatti che sono avvenuti nella vicenda di Gesù, ormai da anni sentiamo raccontare i misteri della passione, morte e resurrezione, eppure ciò che prevale è sempre il senso di novità, di rinnovamento, sentiamo che dentro di noi qualcosa di nuovo è presente e che è chiamato ad uscire dalle nostre tombe; come attendiamo un risveglio dei nostri sensi al primo tepore primaverile, così è questo tempo in cui sentiamo il calore della Pasqua che risveglia i nostri sensi dal freddo di una vita rassegnata, imprigionata nel grigiore della vita, una esistenza che esce dall’insensibilità spirituale e dall’indifferenza.

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Sabato Santo - Solenne Veglia Pasquale In Resurrectione Domini

Carissimi,
«Questa è la notte…»: così abbiamo ascoltato con le nostre orecchie nell’inno dell’Exultet. È in questa notte che tutti i nostri sensi sono orientati a sperimentare il dono della salvezza portata da Cristo con la sua resurrezione. La salvezza si realizza proprio qui davanti a me… in questa notte! Posso guardare con i miei occhi la Luce di Cristo che vince le tenebre del peccato e della morte attraverso il Cero pasquale acceso: è la nuova colonna di luce che nell’Esodo aveva guidato l’antico popolo dell’Alleanza.

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Giovedì Santo, In Cena Domini

Il Triduo Santo inizia con questa celebrazione solenne: il memoriale dell’ultima cena del Signore; è ciò che noi compiamo ogni domenica ed è la ripresentazione di questo rito istituito da Gesù Cristo: veniamo trasferiti nel cenacolo anche noi travalicando il tempo e lo spazio, diventiamo contemporanei di Gesù insieme con gli apostoli per rivivere l’appuntamento con la storia che ha cambiato le sorti dell’umanità.

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Domenica delle Palme e della Passione del Signore

La narrazione della passione e morte di Gesù diventa ora un momento di contemplazione orante, in cui ognuno di noi è chiamato a soffermarsi un attimo per vedere a che punto ci troviamo nella sequela di Gesù. Vorrei invitarvi a focalizzare il vostro sguardo su due personaggi che avevano in comune solo il nome, ma che non si conoscevano: Simon Pietro e Simone di Cirene. Simon Pietro, discepolo di Gesù da lunga data, e Simone di Cirene, un personaggio che probabilmente non aveva conosciuto Gesù direttamente se non per la sua fama.

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V Domenica di Quaresima (Anno B)

Ci stiamo avvicinando a grandi passi a contemplare «l’amore più grande», nel quale saremo invitati a contemplare il mistero d’amore di Dio per l’umanità. Anche noi come i greci vogliamo vedere Gesù; un vedere che può rischiare di rimanere semplice curiosità, conoscenza di fatti esterni a noi, come i due discepoli di Emmaus che ritornavano tristi senza aver capito i misteri della vita di Cristo.

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IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno B)

Il colore viola della penitenza e della lotta lascia il posto al colore rosaceo che ci fa intravedere la meta delle festività pasquali, che fra due settimane inizieremo con la Domenica delle palme, in cui la casula portata dal sacerdote si tingerà di rosso ad indicare l’apice dell’amore raggiunto da Dio per l’umanità. In questa domenica si esalta già questa misericordia, questo amore incondizionato per l’umanità.

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III Domenica di Quaresima (Anno B)

«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile. Non avrai altri dèi di fronte a me».

Dio aveva condotto il popolo d'Israele senza chiedere nulla; lo aveva protetto, guidato. I comandamenti che Dio dà al popolo non sono un peso, ma la condizione per rimanere nella libertà, per non ritornare ad essere schiavi. Anche se fisicamente avevano lasciato la terra d’Egitto potevano ritornare con il cuore, asservendosi agli idoli falsi. Obbedire ai comandi di Dio significava essere riconoscenti a Dio che li aveva liberati.

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I Domenica di Quaresima (Anno B)

L’immagine dell’Alleanza stipulata tra Dio e Noè ci dà forza, serenità e pace all’inizio del nostro cammino quaresimale. Dio ha stabilito con l’umanità un’alleanza eterna iniziata con Noè e suggellata con il sangue di Gesù. Il caos non regnerà più sulla terra anche se l’uomo continuerà a dissociarsi da Dio e dal suo amore; quelle nubi minacciose non saranno più per la distruzione e, se anche continueranno a tornare, Dio porrà il suo arcobaleno come segno della sua fedeltà e del suo amore per gli uomini.

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Mercoledì delle Ceneri

«Ecco il momento favorevole, ecco il giorno della salvezza».

Con questo tempo inizia un momento favorevole per ciascuno di noi e ogni giorno diventa fondamentale e decisivo per accogliere la salvezza di Dio che è a portata di mano. Un tempo da vivere non in modo distratto ma con decisione e consapevolezza; un tempo in cui siamo chiamati a destrutturare la nostra vita, a «smontarla» pezzo dopo pezzo per analizzarla più da vicino, senza aver paura di cambiare o sostituire qualche componente usurato dal tempo.

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VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Oggi veniamo attratti dalla grande umanità di Gesù. Un’umanità che è capace di parlare al nostro cuore, che lo dilata dalle ristrettezze e dai limiti che noi imponiamo a causa dei condizionamenti sociali e personali. La più grande impurità non risiede semplicemente nella società, negli altri, nelle istituzioni, in qualcosa che è al di fuori di noi, ma risiede nel cuore dell’uomo; la più grande impurità è quella di non sporcarsi le mani con gli altri, è quella della non-compassione, cioè il non essere capaci di soffrire insieme all’altro.

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V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

In questa domenica troviamo il tema molto delicato della malattia e della sofferenza. Un tema che tocca tutti quanti perché fa parte della realtà di tutti i giorni. Per quanto possiamo allontanarne l’idea, è l’esperienza che scuote le profondità del nostro animo; ci fa perdere la pace e quell’equilibrio che prima ci aveva caratterizzato nella fase della salute.

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III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Ancora una volta siamo chiamati, come domenica scorsa, a renderci conto della chiamata ricevuta, della nostra vocazione: ritornare alle fonti della nostra vita e della rinascita in Dio per mezzo del battesimo significa dare valore oggi al tempo che viviamo ogni giorno. Un tempo che per Paolo si è «fatto breve» e per Gesù si «è compiuto». Non è il tempo cronologico, delle ore che passano, il tempo degli uomini che viene misurato per dare scadenze al suo agire e per dare ordine ai suoi impegni, ma è il tempo di Dio che non conosce scadenze e ha aperto un passaggio per far entrare l’uomo nel suo Regno, per elargire la sua misericordia sempre e ovunque.

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San Vincenzo Martire, Festa Patronale (omelia)

La celebrazione della festa patronale è sempre motivo di grande gioia e consolazione sapendo che nella schiera innumerevole di santi è stato scelto come patrono del paese di Nole e della nostra chiesa un grande martire dei primi secoli del cristianesimo in tempi difficili di persecuzione e di odio. L’eco lontano delle gesta di questo cristiano dalla Spagna, e precisamente da Saragozza, è giunto chissà per quali vie provvidenziali fino al nostro piccolo paese.

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